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V Praze, 16. května 1611.



Padavin dožeti Benátskému: Královským komisařům se nedaří vyjednávání s pasovským vojskem; stavové vymohli expedici achtu; císař vypravil posla k arciknížeti Maxmiliánovi; stavové, nemajíce peněz, chtějí obnoviti staré kontribuce; nikdo nechce platit; vojsko jejich se bouří a plení; jsou obavy z korunování; zatčení úřednici propuštěni na svobodu; kněz zatčený odevzdán k soudu nunciovi; Španělé využívají zdejšího nedostatku peněz; Padavin navštívil Dietrichštejna.

Orig. v státním archivu v Benátkách, dříve ve Vídni: Dispacci di Venezia, Senato III 45, fol. 116 - 118. A tergo adresa dožeti Benátskému a poznámka: "16 Maggio 1611, ricev. 25, Praga - 2da".

Sermo principe.... Li commissarii del re che sono andati a trattare con quelli di Possa, non sono ancora tornati, ma per quanto avisano, incontrano in qualche difficoltà, perché quella soldatesca dice di havere patrone, e che, se non viene prima pagata e licentiata, non deve obligarsi ad altro; per il che Boemi hanno fatta gagliarda instanza per il bando imperiale che hanno in fine ottenuto, et hieri lo mandorono per un araldo ad essi commissarii. Leopoldo se ne sta in Possa e va più tosto procurando di acrescere la gente, onde si teme, che difficilmente sia per seguire accordo con quella militia, prima che non vegga quello habbi ad essere del ľ imperatore, non senza speranza di qualche novità ancora.

Havendo cesare inteso, che Massimiliano ha mandate qui le lettere che io scrissi con le passate mie, ha rissoluto di scolparsi seco per persona espressa, et ha per questo effetto nominato il signor Bec [Marx Beck z Leopoldsdorfu byl cís. plukovníkem a členem říšské vojenské rady.] che non è però fin hora partito.

Per la strettezza de danari eh è grandissima, e per sodisfare la soldatesca, che non ha havuto ne anco il primo mese, hanno Boemi intimato ¾ esborso di una contributione vecchia, che riesce difficile da riscuotere, perché baroni a quali tocca grossa somma, non hanno commodo da farlo, e cittadini non vogliono sottogiacere loro soli al gravame, e fra tanto la gente strepita, minaccia un amutinamento e svaleggia non solo le genti di mezo giorno, ma le case ancora; né più si vende il pane in piazza, come si faceva, né si vende la carne se non con le beccarie serate, et il resto bisogna mandare a pigliare fuori di Praga con sospetto di perdere il tutto dentro, oltre la spesa che eccede ogni credenza; e perché temono, che il giorno delľ incoronatione segua alcun mottivo, hanno publicato, che ali hora tutte le case siano serate, et dentro provisíone ď armi per diffendersi.

Il Velzel [T. j. Weiser.] Che fu tesoriero ď imperio, è stato liberato; ľ Eguemiler [T. j. Hegenmüller.] et Anivalt [T. j. Hannewald.] sono stati allargati di carcere, offerendo questo ultimo per facilitare la sua liberatione cinquanta mille fiorini in prestido ai stati sopra una signoria, ma loro ne vorriano cento mille per dare con questo soldo sodisfattione a soldati. Et il giuditio del capellano del ľ imperatore preso per strigherie e rimesso al nontio imperiale per molti ufficii da lui fatti con ľ assistenza però de commissarii regii.

Et in questa congiuntura di strettezza di danari Spagnuoli si vogliono del ľ occasione e tentano da novo di bavere ľ investitura del finale per cento e cinquanta mille fiorini, e si tiene, che resteranno compiaciuti, perché V imperatore è senza un quattrino, e se ben volesse partire, non ha da poterlo fare.

Il re ha havuto questi giorni a dietro un poco di gotta, ma hora sta meglio assai, et il suo cameriero maggiore [T. j. Meggau.] è stato ascritto baron boemo.

Il signor cardinal Diatristano giunse in questa città venerdì passato per assistere alla cerimonia della incoronatione; fui subbito a sua visita nella quale mi usò parole molto cortesi, piene di stima e di riverenza verso la serma republica. Grati etc.

Di Praga li 16 Maggio 1611...

 

Marc Antonio Padavin.






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