98.

V Praze, 18. dubna 1611.



Biskup Melfský státnímu sekretáři kurie: Mezi králem a stavy se jeví neshody, poněvadž král chce odstraniti vládu optimátů; Khlesl si stěžoval nunciovi, že katoličtí úřadníci prozradili stavům tyto úmysly, aby je poštvali proti králi; stavové vedeni Šlikem a Vilémem z Lobkovic oznámili králi, že si nepřejí, aby se Khlesl vměšoval do vlády.

Orig. v archivu Vatikánském: Nunz. di Germania 114 F, fol. 243 - 244. A tergo adresa kardinálovi Borghese a poznámka jinou rukou: Ricevute a V di Maggio 1611, risposto a VII detto. Dále je tam připsáno jinou rukou v státním sekretariátu tužkou: Offitio del nuntio sarà sempre di sostentare li cattolici.

Illmo et Revmo signore et patrone mio colendissimo.

Ho riferito a V. Sia Illma in una delle mie aggiunte lettere quel che fin hora è passato fra P imperatore et li stati boemi in materia della presente dieta [Viz č. 96.]; hora mi resta con questa di aggiungere, che anco fra il re et ristessi stati si scuopre qualche disparere per quel che tocca al futuro governo, pretendendo S. M, che si riduchi ai termini di prima, togliendosi quel governo ď optimati che con tanto pregiuditio del ľ autorità reggia sintrodusse nel ľ ultima dieta, et rendendosi questi duri ad acconsentirvi, nel che si sta tuttavia battendo, et faccia Iddio, che il trattato riesca come si desidera, perché altrimente poco avanzo si farebbe nelle speranze di accrescere la religione in questo regno, dovendo restar la direttione delle cose tuttavia in man ď heretici.

Si lamentò meco hieri assai efficacemente monsignor Gleselio de tutti i presenti officiali del regno cattolici, perché essendo egli andato col signor cameriere maggiore [Leonard Meggau, nejv. královský komorník.] a trattarli divisamente in nome del re, acciò in dieta procurassero constantemente la riforma et ¾ abolitione del detto governo, essi osservando poco la legge del secreto, comunicorno il tutto ai stati, per irritarli contro al re.

Li stati dal ľ altro canto guidati dal conte di Slich [Hrabě Jáchym Ondřej Šlik.], da Guglielmo Popel [Vilém Popel z Lobkovic.] et ď alcuni altri principali heretici si sono già lasciati intendere a S. regia M di non volere, eh esso monsignor Gleselio s intrichi et habbia parte in modo alcuno nel governo del regno, del che ne discorse hieri egli meco, per quel che potei conoscere, con molto sentimento, ma spero, che havendo superato tante volte in Austria et in Moravia questa istessa difficoltà, la supererà anco adesso qui in Boemia, remanendosene tuttavia con quella gran parte che si deve alla sua gran prudenza et al suo valore. Et io che per confessare a V. Sia Illma liberamente i miei difetti, ho acquistato in questa mia nuntiatura per molti esempi occorsi un gran habito di temerità et di pusillanimità insieme, ne fo quel giudicio, che vorrei che riuscisse fallace, et che si degnerà Ella di vedere notato nehl incluso foglio, li fo per fine di questa humilissima riverenza et me li raccommando con ogni affetto in gratia.

Da Praga a 18 ď Aprile 1611.

Di V. Sia Illma et Revma humilmo et oblmo servitore

 

Placido vescovo di Melfi.






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