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V Praze, 4. dubna 1611.






Nuncius Placido, biskup Meltský, státnímu sekretáři kurie: breve králi Matyášovi odevzdal; král se omlouval, že byl přinucen k příchodu do Prahy a pravil, že nuncius se španělským vyslancem by měli císaře pohnouti k dobrovolnému odstoupeni království, král by aspoň nebyl pak zavázán Čechům; nuncius jej.nabádal k mírnosti s poukazem na škodlivé následky v říši; nato oba nunciové a Zúňiga se shodli, že císař má ustoupiti v dobrotě, což bude podporovati též Barvitius; císař svolil k žádosti stavů, aby byl svolán sněm, ač protestoval; po zatčeni úředníků poslal císař Leuchfenberka a Mollarta ke králi s přátelskou nabídkou; včera Zúňiga oznámil nunciovi, že má podle císařova přáni prostředkovati smír s králem, což nuncius ochotně přijal; po zatčení úředníků císař se musí rozhodnouti ještě před sněmem; zatčení bylo projednáno již v Jihlavě na zakročeni Vchynského a rada Khleslovu, aby se znesnadnilo sblížení mezi císařem a Čechy; Khlesl, mluvě o změně vlády, pravil, že král chce království převzíti za těchže podmínek, jak je převzal po svém otci císař; jednou z příčin zatčeni bylo, aby Hannewaldova svědectví se mohlo použíti proti císaři; sněm bude generální a byl k němu povolán též Žerotín.

Orig. v archivu Vatikánském: Vunz. di Qerm. 114 F, fol. 199-202'. A tergo adresa kardinála Borghese a poznámka státního sekretáře tužkou, aby oba nunciové pracovali ve prospěch náboženství a míru a aby podle stavu věci byli přízniví králi Matyášovi "il quale, conseguendo la corona dell' imperio et quella di Boemia, sará pur bene, che I' habbia da riconoscere in qualche parte da Nostro Signore.

Illmo et Redmo etc. Con I' ultime lettere di V. S. illma delli 12 del. passato, capitatemi per via di Vienna, ricevei il breve di Nostro Signore per questo sermo rél [Viz č. 356 pozn. 1.] al quale lo resi subito, accompagnandolo con quelli piú efficaci ufficii ch' io potei. Et la Mta S. escusando se stessa et allegando d' esser stata tirata in Praga quasi per i capelli mercé dell' attioni inconsiderate et dei disordini altrui, mi soggiunse, che potrebbe et dovrebbe l' impetatore. obviare all' inconvenienti et alli pericoli che sovrastanno alla religione et alla casa, prevenendo con sua lode et con mantenimento della sua auttoritá la risolutione che mostrano di tener i Boemi, di voler in ogni modo mutar patrone. Nel che, mi disse, che dovrebbono affatticarsi monsignor nontio et l' ambasciatore di Spagna, disponendo S. Mt ces. per mezzo de ministri ad una spontanea cessione del regno, perché in questo modo, ricevendone ella il possesso dalle mani et per beneficentia d' esso imperatore, tuho il suo obligo rimarrebbe verso S. ces. Má et restarebbe libera dal peso di riconoscer questo suo acquisto per opra d' essi Boemi. lo li risposi assicurandola, che tanto monsignor nuntio, quanto il signor ambasciatore cattolico altro fine non havevano, che la conservatione depa religione et dela serma casa, il che peró non poteva conseguizsi, se sorgendo a maggiore grandezza S. Mtá, non se iusse tenuto temperatamente, che nell' istesso tempo non seguisse anco il precipitio dell' imperatore per le cattive consequenze che ne nascerebbono nell' imperio. Tutto questo rifferei subito. all' uno et I' altro di detti signori, per caminar unitarnente d' accordo; et in effetto concorremo tuto in un parere, che altro presentaneo rimedio non vi sia per questi malí presenti, se non che l' imperatore abbracci il ré, donandoli quel che non puó venderli et contentandosi di scendere per non cadere. Mi dice poi il signor ambasciatore cattolico, che I' istesso senso tiene anco il Barbitio il quale non mancherä dal canto suo di vogarvi il suo remo, ancorclré debole; et se l' imperatore vorrä durar tuttavia nell' inchinatione ch hora dimostra, potretrlo sperar di vederne il fine che si desidera, per le congietture che referiró appresso.

La risposta data da S. Mtá ces. alli stati boemi nell' instanza fattali di poter congregar la dieta, fu affirmativa, ma con una Bran protesty et con parole piene di moha fiducia, ch' il tuho fosse per seguire in suo servitio et a maggiore stabilimento depa sua grandezza: E ben vero, che dopilo la carceratione Egmiller, del' Hannibald et del Velzer che V. S. Illma al sicuro intenderá per lettere di rnonsignor nuntio, mandó giovedl S: Mt ces. il langravio di Laitembergh et il Molart dal ré a farli instanza, che volesse unirsi seco amichevolmente con riserba di faru poi intendere i mezzi et le conditioni necessarie et opportune; et la risposta che ne ritrassero, fu molto amorevole, ancorchě generale.

Hier sera poi il signor Don Baltassare mi disse di haver lravuto commissione dall' imperatore per mezzo del Molart di richiedermi in nome di S. Mtá ces., a voler interponer le mie parte, perché fra lei et il ré seguisse accordo; al che m' essibei prontissimo, non havendo havuto altro fine che questo la mia venuta in questa corte, né potendo io con altro obedir et gradir piú vivamente gl' ordini et la volontá di Sua Beatitudine. Per questa instanza fattami, mi son tanto piü risoluto a quel ch' havevo in anirrio, et mostrano monsignor nuntio, et il signor Don Baltassare di approbar a pieno, cioé di chieder audienza da S. Mtá ces., parendomi compimento assai debito et convenevole, ma con quanta speranza. d' ottenerla, puó V. S. Illma facilmente per se stessa giudicarlo. Ua questi arrdamenti et dalla detta carcerati one seguita puó farsi giuditio, che vedendo I' imperatore la sua autoritá cadente, perché non precipiti del tutto, debba risolversi senza aspettar I' essito della dieta che comincierá lunedi doppo la Domenica in albis, a qualche honesto et necessario partito, se peró l' istessi interessati consegli che l' han ridotto a questo termine, non prevaleranno ancor adesso, per finir affatto di ruinarlo; et ne staremo intanto con grandissimo desiderio attendendo l' effetto o almeno qualch' altro segno piú efficace che ne assicuri maggiormente depa sua buona dispositione.

La carceratione delli detti officiali, seguita con offesa dell' imperatore et a commun giuditio di tntti anco con esempio poco giovevole per I' avvenire, posso dir a V. S. IIma, esser stata molto prima ruminata fra questi consiglieri reggii insino a Trigla con l' intervento del Chinski;,et se bene il Can [Tj. Khuen z Belasy] io so che la dissuase ad ogni suo potere, per non concedere a i sudditi autoritá di procedere proprio Marte contra i ministri del padrone, prevalse nondimeno, come sempre, l' opinione di monsignor Gleselio, perché in questo modo, irritandosi maggiormente l' imperatore, si renderebbe piú difficile la riconciliatione fra lui et Boemi et potrebbe egli piú facilmente risolversi a reconciliarsi col ré et a cederli il dominio di proprio volere, prevenendo la violenza che se li minaccia. Et veramente alli segni che fin hora si veggono, par, che gl' effetti siano per corrispondere, ancorché resterá per sempre la cicatrice. Se peró il modo del presente governo non sarä per mutarsi, come I' istesso Gleselio procuró hieri d' assieurarmi, che si muterá, sempre che l' imperatore vorrá far dadovero, cedendo al tempo et facendo depa necessitä virtii, perché dice egli, che il ré non piglierä dalle mani dell' imperatore il regno di Boemia con altre conditioni che con quelle con le quali esso lo ricevette da Massimigliano, suo padre, et in questo modo et non altrimente I' istesso imperatore dovrebbe cederlo; ma l' effetti ben presto ci chiariranno. Fra gl' attri rini de Boemi in detta carceratione de ministri imperiali, credo al sicuro, che vi sia, per poter dalla dipositione in spetie delt' Hannibald carpir tanto che basti, per legitimar la degradatione delt' imperatore per la chiamata delle genu di Possa nel regno et per validar d' avantaggio I' essame del Ternolt [T. j. Tengnagl.] dal quale hanno carpito piú assai.

Alla dieta sono convocate contra il solito, com' intendo, tutte le provincie annesse, cioě la.Silesia, Losatia et Moravu, et in particolare ě stato chiamato il Sciarattino, cosa che non mi place pumo, essendo egli huomo che sotto altri colorati pretesti saprä assai ben servirsi delt' uccasione in pregiuditio de cattolici et dell' autoritá regia, et giá io veggo verificarsi in parte il prognostico ch' ho fatto un pezzo prima et che insinuai a V. S. Illma insin da Cena.m con una mia lettera delli 14 del passato. Faceia lddio, che i disegni et le macchinationi de gl' eretici nelli effetti restin deluse... [V jiném listu z téhož dne (tamže: fol. 195-196) píše Placido státnímu sekretáři kurie, že král Matyáš na hod boží velikonoční, přijav při soukromé mši svátosti, jel veřejně do kostela k sv. Jakubu k slavné mši. Placido by si byl přál a mluvil o tom s Khleslem, aby král jel k jesuitům, ale Khlesl pravil, že král na cestě k sv. jakubu musí jeti mimo hlavni kostel husitský (v Týně) "et preterendola il ré, sarebbe ció stato con maggior confugione de gľ heretici et consolatione de cattolici". V postscriptu píše nuncius, že dnes ráno král poslal k císaři pana z Meggau s přáním k svátkům a že dnes večer vévoda Brunšvický konečné měl slyšení u krále Matyáše. - V jiném listu z téhož drze (tamže: fol. 192-194) píše týž nuncíus do Řima o zprávě ze Slezska, že se 200 kozáků, kteří vpadli do místa markrabí Braniborského a měli se spojiti s Raméem, zase již vrátilo. O vévodovi Těšínském píše, že se rozešel s císařem a přijal místo plukovníka u krále Matyáše s platem 3000 tolarů. O vyjednáváni s arciknížetem Leopoldem a o Pasovských píše zde nuncius toto: ťII capitano Manfrino Castiglione che giunse qui lunedi mandato dal sermo Leopoldo con lettere per S. M regia, che peró non le rese, essendosi subito gionto posto in fuga per terna ď esser carcerato da Boemi, disse ad alcuni con li quali ragionó, che Ie genti ď esso sermo arciduca erano al numero di 9 mila et se n aspettavano dell altre da Halsatia, et che non ricevendo sodisfattione con l' arciduca istesso, havrebbono fatto del male assai; la qual relatione peró si tien per artificiosa et non si crede, et tanto più, perché, havendo il colonnello Pukam presi due di quelli soldati sbandati, questi riferiscono, che quella soldatesca malisssima sodisfatta andava ogni giorno scemando et minacciava contro i capi; ma ancor questa relatione può essere in gran parte alterata. Il signor Don Baltassare de Zúňiga, risoluto di mandare il Miraballi al sermo arciduca Leopoldo, ha patito difficolta in ottenere passaporto da Boemi, come l'havea ottenuto dal ré, ma monsignore Cileselio mi disse hieri, ch' al fine s' era pur arrivato. Esso signore ambasciatore giudica, ch' essendo questo cavaliere grato a S. Azza, potra facilmente disporla alla convenienza, persuadendola a riccorrere et riconciliarsi col re. II che succedendo, non dubito, che non sia per haver sodisfattione del sequestro fattoli delle sue vetovaglie nell' Austria Superiore con motto risentimento dell' Azza sua. - V další depeši ze 4. dubna (tamže: fot. 197-198) píše nuncius Placido, že v sobotu ráno odjel Schönburk, vyslanec braniborský a před odjezdem dostal po kurýrovi list svého pána pro krále Matyáše s nabídkou, že sám přijde, bude-li třeba, do Prahy s celou svou mocí. Všichni světští kurfirstové jsou prý pro krále Matyáše; Sasko se snaží dosáhnouti jeho milosti.]

Da Praga a 4 Aprile 1611.

Placido vescovo di Melfi.









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