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V Praze, 21. března 1611.



Padavin dožeti Benátskému: král Matyáš je v Jihlavě, císař mu vypravil vstříc vyslance španělského; nuncius nejel naproti pro podezříváni Čechů; vévoda Brunšvický se vrátil s listem královým císaři, který po něm hned odpověděl; po jeho odjezdu vyslal císař Valdštejna ke králi a zval jej k sobě; Čechové se obávají, aby císař a král se nesmířili a nespojili svých vojsk proti nim; chtěli vzkázati králi, aby ted nejezdil anebo přišel k nim do města; mezi Čechy jsou neshody, protože direktoři nebyli voleni za souhlasu všech krajů a nejsou ode všech uznáváni; někteří protestovali proti plenění kostelů a utiskování náboženství; direktoři prohlašovali, že se tak dalo bez jejich souhlasu; vůdcově vojska Matyášova přišli do sněmu a hrozili zakročením, budou-li katolíci utiskováni; proto byly provedeny popravy výtržníků a jiní vězněni.

Orig. ve státním archivu ve Vídni: Dispacci di Venezia, Senato III 45 (Secreta), fol. 23-25. A tergo adresa dožeti Benátskému a poznámka jinou rukou: Ricevute 6 Aprile.

Sermo principe etc. È andato così lento il re Mattias nel¾ aprossimarsi a questa corte, che resta tuttavia a Trigla, a confini del regno, il che ha insospetito in modo ľ imperatore, che ha voluto in ogni maniera, che ľ ambasciator di Spagna vadi a ritrovarlo, perché lo assicuri della sua buona dispositione e perché procuri, che se ne ritorni. Guesto signore è andato et è stato accompagnato da cento cavalli boemi che già hanno datta volta; e si è stimato bene, che non vada monsignor nontio, per rendere tanto più certi Boemi, che le trattationi non sono in materia di religione, come temono, e che hanno sempre tenuto per principale protesto. Ľ ambasciatore non è ancora ritornato, ma è ben venuto il duca di Bransuich con lettere del re ali imperatore nelle quali le da titolo di re ï Ungheria e di Boemia e lo chiama clementissimo fratello. [Viz č. 428 ze 17. března; Padavin neudává správně obsah listu.] Non ho di queste per ancora potuto haver copia, ma il contenuto è, eh essendo stato chiamato più volte da Boemi, egli è venuto a vedere ciò che vogliono, e da S. Mricerca il stato delle cose in che si truova, e le cause delle commotioni. E da lei per|il medesimo duca è stato subbito rispos[t]o, dicendo, che già il tutto era ridotto a termine tale, che credeva, che dovesse passare con quiete e che per ciò superfluo era il suo ingresso nella corte, ma che, se ha alcun negozio, dal luoco dove sta, lo può fare trattare per terza persona. [Viz č. 437 z 18. března.] Et apena partito il duca, espedì cesare il baron di Volestan, suo cavalerizo maggiore, con molte carozze e mandò ad invitare quella Mtà a venire nel suo castello in Recino o nel Clansait, [Srovn. list císařův králi z 19. března pod č. 450.] mostrando desiderare, che non vada in Terra Vecchia, né nella Nova. Si attende la rissoiutione che prenderà Mattias, che doverassi sapere con il ritorno ï alcuno delli mandati.

Di questo invito hanno presa grandesima gelosia Boemi, e quelli in particolare che in questa occasione si sono dimostrati contrarii a cesare, perché temono, che si accordino li fratelli, et unite le armi loro che sono nel regno, si voltino contra di essi che alla forza converrano cedere. Hanno per questa causa loro ancora stimato bene di mandare persone espresse al ré, per persuaderlo al non venire hora, ma ascoltarli fuori, overo andare in Terra Vecchia, sotto colore di havere ľ honoře di allogiarlo, ma il fine è di tenere lontana ľ unione.

Passa fra loro Boemi ancora poco concerto, perché li direttori eletti non sono fatti col consenso di tutti li circoli del regno, com è solito, onde quelli che non hanno havuta parte, pretendono invalida ¾ elettione, e che si debba venire ad una nuova, altrimenti si dichiarano di non voler sogiacere alle deliberationi fatte da questi. A che si aggiunge, che essendo state da villani sachegiate nel regno molte chiese cattoliche et altri lochi de particolari, alcuni di questi hanno protestato, che, se sarà perseguitata la religione, si procurerà la diffesa con ¾ unione de amici e con altri mezi possibili per sostentarla, sopra di che sono stati assicurati con ogni maggior attestatione di essere seguito ogn inconveniente senza minimo consentimento di essi direttori. Il che hanno con tanta maggior prontezza fatto, quanto che li capi militari del ré, sentendo queste attioni contro cattolici, sono andati in dieta et hanno protestato di havere commissione dal loro signore di dovere adoperare le armi in diffesa di questi, quando venghino molestati. Da che è nato, che hanno anco fatti apiccare tre di quelli che svaleggiorno la casa del secretario Platais, e tengono prigioni vinti quattro di quelli che amazzorno li padri franciscani con barbarissimi termini e con sprezzo grandissimo verso P imagini di nostro signore e della beata virgine ad una figura della quale tagliorno il naso e le orechie con parole ignominiosissime. Grati etc. [V jiné depeši z téhož dne z Prahy, uložené tamže: fol. 26 a 29, píše Padavin dožeti mezi zprávami týkajícími se poměrů v řiši a jeho osobních záležitosti o ústupu pasovského vojska, o vzájemných repres- saliich a j. toto: "La gente di Possa è già retirata inBudvais et si è in quella città fortificata et munita de vi veri per molto tempo, havendo con la retirata fatto entrare dentro quanto ha trovato; ha fatti prigioni alcuni baroni boemi per liberare con questi il Tegnà sudetto; e li direttori per rifacimento hanno arestate in castello le mogli del colonello Altan e Berca con le figliole del conte di Sulz, rimaste qui. Si era anco sparsa voce, ma va riuscendo vana, che da villani nel paese del signor di Rosemberg fosse stato ferito ľ arciduca Leopoldo con tutti li capi e morto il colonello Balderon; ben è vero, che hanno dato in essi, e ne sono restati molti de morti, e monsignor di Rame ha fatta tagliare la testa a nove de suoi soldati, sospetti di essere stati auttori del ľ amu- tinamento della fanteria nel partire. - Si è data licenza alii villani con publico edito, perché vadenno ad atten dere alla campagna, e cominciano ad uscire dalla città, essendone partita già gran quantità. - La soldatesca del re è ritornata ancessa, venendo alloggiata la cavallieria ne vicini villaggi e la fanteria in Terra Vecchia e Nova".]

Di Praga li 21 Marzo 1611

 

Marc Antonio Padavin.






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