Orig. v knihovně Vatikánské: Barberini 6911, fol. 93-93; a tergo adresa kardinálovi Borghese.

Ill^mo et Rev^mo signore etc. Questa sera alle 5 hoře doppo mezzo giorno il signor di Molart, consigliero secreto di S. M^tà, ha mandato a chiamar il mio secretario con grande instanza per conferirli un negotio che ď ordine della M^tà S. doveva trattar meco, ma per essere occupatissimo, non haveva potuto venire a trovarmi. Andò subito il secretario, et il signore sudetto li disse, che S. M^tá haveva gradito sommamente la prontezza che haveva conosciuta in me ď andare incontro al ré, suo fratello, per far offitio, che non venisse innanti, ina s acquietasse, non havendo occasione alcuna di sdegnarsi contra la M^tà S., soggiungendo, che me ne ringratiava cordialmente. Ma perché haveva sabbato ricevuto lettere del duca di Bransuich, portate dal colonnello [Bech, Marx Beck z Leopoldsdorfu, cís. plukovník a dvorský vojenský rada.] nelle quali S. M^tà veniva assicurata, che il re non s accingeva a venire personalmente et non haveva mandato ľ essercito ad altro fine, che per liberare la M^tà S. dalle molestie che li apportava la gente di Possa, n haveva sentito contento estremo et s era risoluta, che per far ľ uffitio sudetto andasse il signor ambasciatore cattolico, come ministro ď un suo nipote et servitore della casa ď Austria, et eh io restassi a casa per non dar sospetto a i Bohemi, eh io andassi a trattare cose spettanti alla religione, con pericolo di maggiori tumulti della casa mia et de miei servitori. Voleva perciò S. M^ta, ch io soprassedessi, che poi, quando si fusse venuto alla negotiatione, mi haverebbe fatto sapere quello che fusse stato di sua mente, et qui concluse il suo ragionamento....

Di Praga li 14 di Marzo 1611....