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Ve Vídni, 26. února 1611.



Nuncius Placido biskup Melfský státnimu sekretáři kurie: s Prahou je přerušeno spojeni; v neděli přijel posel Vchynského a referoval o povražděni mnichů a boji na Malé Straně; Ramée má v moci Malou Stranu, Češi hrad a ostatní město; vzbuzuje podiv, že Vchynský a jiní služebnici královi tak dlouho neposlali zpráv; češti vyslanci měli 22. audienci u krále Matyáše, protože se však od jejich odchodu z Prahy situace úplně změnila, jsou bez rady.

Orig. v archivu Vatikánském: Nunz. digermania 114 F, fol. 129-130; a tergo adresa kardinálovi Borghese a poznámka jinou rukou: Ricevute a 9 di Marzo, risposta a 12 detto.

Illmo et Revmo signore etc. Stiamo gui in una crassissima ignoranza delle cose di Praga, essendo chiuso il commertio affatto, che né di là venghono avisi, né i corrieri espediti digua veggono di ritornare. Oltre aguello che io avvisai a V. S. Illma con le mie pre-cendenti, m occorre hora di dirle, che domenica matinagiunsegui, fuggito per tema, un dottore agente del ré, aiutato a scappar fuori dal Chinschi, in casa delguale egli habitava, che uscito di Praga nel miglior modo che potè, pigliò poi le poste per Vienna, otto leghe discosto di là. [Patrně dr. Martin Rebmann, poslaný od Václava Vchynského ke králi; byl 17. února v Kutné Hoře a v neděli 20. února mohl doraziti do Vidně; srovn. pozn. 3 u č. 159.] Costui rifferisce ristesse, anzi molto più dolorose miserie, perché da conto della crudelissima carneficina usata daguel popolo eretico contro i poveri padri di S. Francesco delľ osservanza che al conto diguesto lor padre commissariogenerale erano diciotto, rimasti tutti miserabilmente uccisi, et che ľistessa tempesta eragià preparata per i padrigiesuiti, ma che il Chinschi, opponendosi in lor difesa al furor del popolo, li liberò, placando per ali hora la rabbia diguella canaglia. Il numero dei morti nel conflitto seguito nel Clamsaitr, [T. j. Kleinseite.] dice ľistesso, che non poteva precisamente sapersi, ma sigiudicava, che fossero da 800 diguelli del Rame et da 300 o poco più dei Boemi fraguali però si contano più ï 80 diguella nobiltà; che il Chinschi ferito ï un archibuggiata nel braccio, non è il cattolico, et servitore del ré, ma un suo fratello minore, [Totiž Oldřich Vchynský.] eretico, et che la ferita del conte della Torre in una mano era di pochissimo momento.

Ľ istesso dottore nel suo partire lasciò le cose nel terminegià scritto, cioè che il Rame con la suagente teneva il Clamsaitr et i Boemi parte il Raccino et il castello et parte città Nova et città Vecchia. Riferisce inoltre, che con la dettagente del Rame vi fosse anco il Sermo Leopoldo, il conte di Sultz et ľAltam che non permessi entrar in Raccino, se ne stavano tuttavia in Clamsaitr. Intanto i discorsi son diversissimi come intrigatissimo il caso, non vedendosi apparentemente né potendosi ben penetrare da chi sia oppugnato o pur difeso ľimperatore.

Quel che da gui estrema maraviglia, è, che di là in dodicigiorni che successe il caso, non venghi aviso alcuno; et se bene sattribuisce alla cavalleria del Rame eh impedisce il camino, scorrendo attorno la campagna, pare in ogni modo strana cosa, che ľistesso Chinschi o altri servitori del ré, usino tanta incuria et negligenza, né possino trovar modo et strattagemma di far capitaregui un pedone. Da monsignor nuntio non correndo ľordinarii, non posso né anco io ricever lettere, ma mi persuado, che non le sia mancato mezzo di dar destinta relatione a V. S. Illma del seguito.

Questi ambasciatori boemi che sono sei, cioè due nobili et due cittadini, oltre il signor di Volstain et il conte ď Olach [Adam ml. z Valdštejna a Jiň Fridr. hr. z Hohenlohe; jména ostatních viz v č. 112 a 113, kde jsou instrukce a průvodní listina poselstva z 11. února.] baroni, hebbero martedì [T. j. 22. února.] audienza da Sua Maestà propo nendoguelle cose eh insinuai a V. S. Illma con una delle mie precedenti; ma come doppo la lor partenza di Praga i nuovi accidenti han fatto muttar sostanza al lor negotio, se ne stangui tuttavia incertissimi, non solo della risposta di S. Mta, ma forsi diguello eh essi stessi devon volere [Z téhož dne je pod touž signaturou (iol. 125-126) ještě jedna depeše nuncia vídeňského kardinálovi Borghese, v které oznamuje, že mu král Matyáš ve středu řekl, že odjede do Znojma a za týden do Jihlavy; nuncius uvažuje o jeho doprovázení. Vojsko dostalo rozkaz, aby táhlo ku Praze; šlechta rakouská i moravská bude provázeti krále..Ľandata di S. Mtà in Boemia oltre la chiamata che si presuppone, della maggior parte diguella nobiltà vien colorita et sostentata conguesto dilemma, perché o ¾imperatore è priggione ďessi Boemi, et inguesto caso senza tema di venir contro ai compattati stabiliti sotto Praga conviene al ré, suo fratello, anzi è tenuto di muoversi per liberarlo, o pur è priggione dellegenti del Rame et il regno opresso dal¾ istesso, et in tal occasione è molto più tenuto di farlo per difender ¾uno e ľaltro dalľ insulti et invasioni esterne.gui insomma si ha per fermo, che tutte o la maggior parte delle città di Boemia aspettino ľandata di S. Mtà con desiderio estremo.]

Da Vienna a 26 di Febraro 1611....

Placido vescovo di Melfi.






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